In che modo è possibile migliorare il modello di intervento di assistenza educativa scolastica? In che modo sta evolvendo questa figura?
Da diversi anni Aeris prova a ragionare con i portatori di interesse per uscire da una logica di dipendenza dall’affidamento pubblico ma anche per ridisegnare i servizi che eroga sulla base di indicazioni che provengono dai destinatari diretti e dai portatori di interesse tutti: in una parola co-progettandoli con l’utenza.
Nel 2019 la cooperativa intende aprire un processo di riflessione e di confronto sul tema dell’inclusione scolastica. Dapprima lo fa attraverso l’InnovaTour, un tour a tre tappe che ha coinvolto più di 90 persone del vimercatese fra cui presidi, docenti, insegnanti di sostegno, educatori AES, studenti, famiglie, cooperative e associazioni territoriali e aveva lo scopo di ispirare tutte le persone coinvolte rispetto a scenari e modelli innovativi sul tema educazione ed inclusione.
Questa pratica di stimolazione e contaminazione territoriale ha permesso alla cooperativa di accendere i riflettori sulle sfide che stava portando avanti. Nel 2020 Aeris lancia un processo di progettazione partecipata su larga scala territoriale con l’obiettivo di elaborare un nuovo modello di intervento di Assistenza Educativa Scolastica. Questo percorso è stato promosso dal Consorzio CS&L e ha coinvolto cooperative sociali, istituti scolastici, pubblica amministrazione, famiglie e studenti, esperti e tecnici.
Ciò che è emerso dal percorso che ha coinvolto circa 120 persone una nuova consapevolezza del ruolo dell’educatore ma anche dei limiti e degli ostacoli che vi sono a livello strutturale e culturale e che rallentano un passaggio da educatore in molti casi come ruolo “nascosto” e marginale, ad un ruolo sempre più complementare a quello dell’insegnante e centrale per la classe; da educatore che agisce spesso in solitudine nella progettazione, ad un team fluido di educatori che opera e progetta in maniera condivisa con insegnanti e dirigenti scolastici; da educatore che interviene in un’ottica emergentista, ad educatore che interviene seguendo un modello e un processo di co-produzione con famiglie, insegnanti e territorio in un’ottica di innovazione.
L’odierna multiformità della diversità nel contesto di inclusione scolastica, impone alla scuola un cambiamento: emerge sempre di più la necessità di potenziare l’approccio alla didattica introducendo una dimensione di cura delle relazioni, personalizzazione e integrazione della disabilità all’interno del contesto classe.
La qualità della scuola oggi si misura sulla sua capacità di sviluppare processi inclusivi di apprendimento, lanciando una sfida al tradizionale ruolo dell’educatore AES. E’ chiaro come l’educatore rappresenti una figura che ha una visione ecologica globale e sistemica del funzionamento di un alunno con disabilità nei suoi contesti di vita. Si sta infatti ragionando – come sostiene anche il Dottor Dario Ianes – sempre di più su una visione della persona che sia bio-psico-sociale e, in quest’ottica, l’educatore AES promuove nel suo agire dei compiti evolutivi all’interno della scuola, ovvero conosce il ruolo dei contesti, riesce a collegarli l’uno all’altro e, cosa ancor più importante, ha le capacità per renderli abili e competenti. Rendere competenti i contesti è un passo strategico fondamentale: un educatore che assume solo su di sé la responsabilità di attivare un percorso individualizzato con un alunno senza rendere abile il contesto, senza passare le sue competenze anche ad altri, commetterebbe un errore evidente.
Dal percorso emerge la figura dell’educatore come un attivatore di risorse latenti, e ciò significa verso uno scenario che introduca un processo di co-progettazione e co-teaching tra educatori e insegnanti con l’obiettivo di favorirne la collaborazione nel disegnare e programmare il percorso didattico dello studente con disabilità. Questa modalità è una strategia per liberare queste risorse latenti come le risorse famigliari, sociali, professionali dei docenti, i talenti degli studenti, ecc.
Il processo di co-progettazione si è scontrato con l’emergenza sanitaria che ha messo ancora più in luce ciò che nella scuola italiana rappresenta da sempre una criticità, accelerando l’urgenza di trattare quei temi troppo spesso ritenuti residuali e non urgenti. Ciò che si è notato maggiormente è che laddove prima del covid c’era una buona relazione tra la comunità educante e quindi un buon livello di coinvolgimento, ai tempi della didattica online ciò si è rivelato fondamentale. La relazione tra territorio-famiglia-scuola si è rivelata cruciale soprattutto nel contesto della disabilità, in cui l’educatore AES ha accelerato la sua funzione di ponte e di punto di riferimento per le famiglie. Ne è un esempio la sperimentazione lanciata proprio dagli educatori della Cooperativa Aeris che, durante i mesi di lockdown, hanno lanciato un nuovo contenitore digitale SMART EDU in risposta ai bisogni della propria comunità di riferimento.
La sfida che la cooperativa e il territorio dovranno affrontare è quella di integrare quanto emerso in questo percorso con le nuove consapevolezze maturate in questo anno pandemico, rendendo sistemico l’impatto che si intende produrre sul territorio e nel modello scolastico e di welfare. Portare avanti processi di innovazione sostenibile significa accompagnare un cambiamento continuo, in ottica di miglioramento incrementale, facendo comprendere e sperimentare il valore di strumenti quali la co-progettazione in un percorso continuativo nel tempo, che permetta di andare oltre la dimensione progettuale per elevare lo sguardo verso una visione di mondo più inclusivo ed equo.
A cura di: Giulia Cassani, Francesca Battistoni
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